Allende Isabel – “Afrodita”

…a cura di Elisa Zoppei

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Amici cari, siamo alla fine di EXPO, ma io, oltre a leggere, continuerò a cucinare con amore e a vivere la mia tavola in convivialità. Ho scelto per voi un romanzo straordinariamente saporito e piccante di una scrittrice molto nota e molto amata: Afrodita di Isabel Allende.
Le stagioni dell’amore hanno ritmi e cadenze sintonizzati sullo spartito musicale della natura e della vita: dolci melodie dal tocco delicato fanno strada ai primi risvegli della sensualità, diventano sempre più convulse e vibranti, mentre attizzano il fuoco della passione, solcando lo splendore dei cieli o navigando in mezzo a fulmini e tempeste, per farsi tenere e smorzate sulla soglia dell’autunno, senza aprire le porte all’inverno del cuore. Ogni periodo, ogni momento della vita amorosa ha bisogno di essere alimentato dal cibo dell’anima e del corpo. A detta dei saggi vedici, infatti, non c’è amore carnale che non sia sostenuto dalla componente mentale del piacere: il corpo risponde quando lo spirito (desiderio, fantasia…) è pronto.

Note biografiche tratte dal suo Romanzo personale
Isabel Allende

Nei suoi romanzi Isabel Allende, ama raccontare di sé, della sua vita tumultuosa, amori, gioie e dolori, intrecciandola alle vicende dei suoi personaggi, sia reali che creati dalla fantasia. Ebbe i natali a Lima in Perù nel 1942, ma la madre, Francisca Llona Barros, divorziò dal marito, Tomàs Allende, quando la scrittrice aveva solo tre anni, e fu ospitata dalla famiglia dei genitori a Santiago del Cile. Isabel non conoscerà mai suo padre, ma grazie all’aiuto e all’influenza dello zio Salvador Allende non mancarono a lei e ai suoi fratelli borse di studio, vestiti e svaghi. Bambina vivace ed inquieta, nella casa dei nonni imparò a leggere e a nutrire la propria fantasia con libri della biblioteca del nonno, e di Jules Verne ed Emilio Salgari, trovati in un vecchio baule. L’immaginazione di Isabel si alimentò anche di romanzi rosa, ascoltati alla radio, in cucina assieme alle inservienti e soprattutto di racconti narrati dal nonno o dalla nonna, affascinata dai misteri esoterici allora di moda. Ritroviamo infatti molto delle sue esperienze adolescenziali in casa dei nonni nel primo romanzo La casa degli spiriti. Nel 1956, la madre, donna dotata di grande fascino, sposò un diplomatico spostandosi in vari paesi come la Bolivia e il Libano, che sveleranno alla piccola sognatrice un mondo diverso da quello infantile. Nella casa del patrigno, incontrò il libro proibito “Le mille e una notte”, che lesse avidamente nascosta in un armadio e che influenzerà ancor più la sua feconda vena narrativa. Desiderosa di indipendenza, ritornò a Santiago, dove a 17 anni iniziò a lavorare come segretaria della FAO. A 19 anni si sposò con Miguel Frias (1962), con cui ebbe due figli: Nicholàs e Paula, facendosi contemporaneamente strada verso la fama attraverso il giornalismo, che considerò sempre sua grande scuola di scrittura e di umiltà.
Il colpo di stato di Pinochet (1973), diede un’altra svolta decisiva alla vita della Allende che, insieme al marito e ai figli emigrò in Venezuela dove si fermò per tredici anni, scrivendo su vari quotidiani, e per sfogare la propria rabbia e sofferenza creò il primo romanzo “La casa degli spiriti”, cronaca familiare sullo sfondo del mutamento politico ed economico nell’America latina. Subito rifiutato da tutte le case editrici latino-americane, perché firmato da un nome sconosciuto e addirittura femminile, venne pubblicato nel 1982, a Barcellona da Plaza y Janés. Il successo divampò immediatamente dall’Europa al mondo intero, dando il via alla travolgente fiumana delle sue opere: D’amore e ombra (1984); Eva Luna (1985); Eva Luna racconta (1989); La figlia della fortuna (1999); Ritratto in seppia (2001); Il mio paese inventato (2003)…
A 45 anni Isabel divorziò dal marito e nel 1988 si sposò in seconde nozze con William Gordon conosciuto durante un viaggio a San José, negli Stati Uniti, e si trasferì in California. La nuova storia d’amore diede vita al romanzo Il piano infinito (1992).
Alcuni critici hanno definito l’opera di Isabel Allende un collage di idee e situazioni “copiate” dal più famoso Gabriel Garcia Màrquez. Non condivido: per me Gabriel e Isabel sono due penne potenti della stessa matrice latino americana, che possiedono una intensa vena narrativa calda e vibrante, ma l’impalcatura dei loro romanzi è sostanzialmente e stilisticamente molto diversa.  Basti pensare al libro-confessione Paula (1995), la figlia morta di una malattia rara e incurabile, dove confida al lettore il dolore, la sofferenza, ma anche l’amore, la gioia e la voglia di vivere. Nel 2006 ha portato, insieme ad altre sette donne famose, fra cui la nostra Sophia Loren, la fiamma olimpica alla Cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Torino. L’anno dopo ricevette a Trento la laurea ad honoris causa in lingue e letterature moderne euroamericane e nel 2010 fu insignita del Premio Nazionale Cileno per la Letteratura.

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Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci ((Tr. di Elena Liverani e di Simona Geroldi,  Edizioni Feltrinelli, 1997)

Incipit

Da tempo immemorabile l’umanità ricorre a  filtri e, sostanze afrodisiache per incitare all’amore carnale, inventare giochi erotici, far aumentare la libido, accrescere il desiderio di amare.
Allende ha dedicato questo libro di ricette erotiche, suggeritole da un sogno nel quale lei si saziava mangiando l’affascinante Antonio Banderas arrotolato su una tortilla messicana, “agli uomini spaventati e alle donne malinconiche”.  A fornire le ricette  è stata la madre Ponchita Llona, che le ha insegnato a guardare gli avvenimenti da dietro e la gente da dentro. Per di più abilissima cuoca che non ha mai fatto lo stesso piatto due volte, introducendo ogni volta ghiotte varianti.
Il romanzo tratta di cibo reale fatto di pane (oggi sempre più ridotto sulla nostra tavola), vino, carni, verdure, dolci, formaggi e quant’altro da ammannire con grazia per conquistare un lui o una lei e prepararlo/la all’apoteosi della dolcezza amatoria.
È un viaggio fra episodi ed aneddoti che esaltano le irresistibili seduzioni del cibo con soste saporite nella cucina divenuta tempio del piacere fra ricette e pranzetti mirati ad accendere l’eros. In questo romantico itinerario gastroamatorio alla ricerca di incentivanti afrodisiaci che, passando attraverso le papille gustative, solletichino l’eros, troviamo la carnalità appassionata di Isabel Allende, scrittrice sempre piena di piacevoli risorse narrative.
In Afrodita (il titolo parla da sè) ci mette a disposizione un vero e proprio manuale di ricette, racconti e altri afrodisiaci che contengono l’idea, come avrete già capito, di far venire a qualche tiepida (o timida) coppia la voglia di cenare a letto.
Non so se il libro possa essere definito più romanzo di avventure erotiche o piccante saggio culinario o intimo diario autobiografico, sta di fatto che per oltre trecento pagine l’instancabile Sherazade del nostro tempo, con giocoso gusto della vita (leggermente morso da qualche spruzzata di spirito caustico) offre un civettuolo profumato, saporoso menù per ogni speciale occasione di incontro amoroso. Ci conduce così in un viaggio dei sensi nei sapori, esplorando luoghi ed epoche storiche, in un susseguirsi di racconti, aneddoti e soprattutto di ricette stimolanti. Passeggiando per i giardini della memoria tattile olfattiva, svela il segreto dell’arte erotico culinaria con raffinata destrezza e fare disinibito. È risaputo, afferma, che “Il cibo, come l’erotismo, entra dagli occhi… perciò un cibo che evochi immagini sensuali, garbate e sofisticate come l’ostrica, o giocose come un dessert di pesche sormontato da ciliegine a mo’ di capezzolo, può essere un buon complemento alla visione del corpo desiderato (meglio velato che nudo) e sicuramente può facilitare un approccio. Gli afrodisiaci, rincalza, mentre agiscono come qualsiasi sostanza o attività che pungola il desiderio amoroso, funzionano grazie all’impulso dell’immaginazione…”.
Fra i molti accorgimenti da tenere in conto per mettere in azione la seduzione, uno dei più efficaci risulta quello di adoperarsi per creare l’atmosfera del preludio: la tavola amorevolmente apparecchiata per due, le candele profumate, i fiori intonati al sottofondo musicale. Ma ancor più importante è saper prolungare i preliminari di un pranzo invitante, mediante il rituale brindisi a base di vino bianco gelato frizzante, offerto in una allusiva coppa, accompagnato da stuzzichini, antipasti, insalate e fragole fragranti, il più possibilmente evocativi degli erotici trastulli che idealmente conducono ad appassionati amplessi. In definitiva si tratta di predisporre il proprio partner al godimento del piatto principale, che in questo caso simboleggia il più appagante degli orgasmi.
Allende fa seguire tutti i suoi consigli da ricette di facile esecuzione, quasi sempre destinate a cenette a due, naturalmente al lume di candela. Leggendo il libro troverete un completo menù amoroso, gustandolo una pagina dietro l’altra, capendo anche che al di sopra di tutto, non va mai dimenticato che l’unico  afrodisiaco davvero infallibile di tutti i tempi e di tutti i banchetti, è l’AMORE, espresso con le  parole e i gesti del cuore, insieme a qualche buon piatto “fatto proprio per te”.  Buona lettura e … Buon appetito.

Elisa Zoppei

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