Baldo Massimilla

…a cura di Giancarlo Volpato

Poesia

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Massimilla Baldo

Scienziata, professoressa universitaria, Massimilla Baldo nacque a Legnago (VR) il 12 agosto 1924. Figlia di un piccolo proprietario di officina meccanica, fece il liceo classico nel suo paese natale. Fu costretta a fermarsi a causa della guerra; alla fine della stessa, s’iscrisse alla facoltà di fisica di Padova, laureandosi nel 1952. Assistente non retribuita all’inizio, cominciò ad occuparsi di fisica sperimentale: donna dall’apparenza fragile, era dotata, invece, di una grande determinazione e i suoi primi impegni riguardarono le particelle elementari.
Il 1952 fu un anno importante per la fisica che usciva da una situazione disastrata a causa delle distruzioni e delle scarse risorse per il conflitto mondiale: fu fondato l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e nacque, all’inizio in via sperimentale (per diventare definitivo due anni dopo), il CERN a Ginevra. Massimilla Baldo trovò subito la sua strada e sposò, nel frattempo, Carlo Ceolin, un fisico teorico di vasta cultura e docente. Presso l’università di Padova, dove l’istituto godeva di grandi studiosi, la giovane legnaghese cominciò ad affermarsi per la disponibilità e per la competenza che stava acquisendo anche verso i giovani che si accostavano allo studio di una disciplina pressoché dimenticata per un ventennio.
I suoi primi interessi furono per le emulsioni fotografiche nucleari le quali, grazie ad alcune prove che la stessa Baldo mise in cantiere, servirono per studiare le proprietà delle particelle elementari. Partecipò ad una serie di esperimenti tra cui il G-stack (dove G sta per “Giant”), realizzato dai gruppi di Bristol, Milano e Padova i cui risultati – dalla Baldo stessa presentati – furono esposti nel 1957 in una conferenza europea. Durante questo primo periodo della sua carriera scientifica, lo studio sui mesoni K costituì l’argomento principale della ricerca di Massimilla Baldo (per tutti i fisici conosciuta come Milla). Con la conclusione degli esperimenti di G-stack, l’utilizzo dei raggi cosmici venne quasi completamente soppiantato dalla costruzione di acceleratori che fornivano fasci omogenei di particelle di alta energia e intensità. Furono inventati nuovi strumenti di rivelazione e la Baldo s’impadronì subito delle nuove tecnologie.
Sensibile alla bellezza, all’eleganza e all’armonia, nei suoi scritti paragonò il mondo delle particelle elementari come quello del fascino delle simmetrie, cioè dalle proprietà di invarianza delle leggi che emergevano dall’analisi dei nuovi risultati.
Nel 1955, a Berkeley in California, fu scoperto l’antiprotone, cioè l’antiparticella del protone con carica negativa che nel 1959 fruttò il premio Nobel a Owen Chamberlain e a Emilio Segré. Assieme ad un collega americano, Milla Baldo scoprì il primo anti-iperone, chiamato anti-lambda: si dimostrò che la simmetria materia-antimateria si estendeva al dominio delle particelle strane e, quindi, a tutte le particelle. Per la studiosa legnaghese si aprirono le porte del mondo.
Nel 1963 fu la prima donna nella storia a ricoprire la cattedra di fisica superiore nell’ateneo di Padova e la prima donna, in assoluto, a insegnare questa materia in Italia. L’attività sperimentale della Baldo si era intensificata e i suoi scritti erano ormai largamente conosciuti: collaborò, da allora e in maniera sempre più ampia, con i centri di fisica più celebri: dagli Stati Uniti alla Germania, dall’Inghilterra agli istituti italiani che ormai avevano consolidato la loro importanza grazie a studi molto approfonditi.
Dai mesoni K, Milla Baldo passò ad occuparsi dei limiti della stabilità della materia; realizzò degli esperimenti a Grenoble con un metodo del tutto innovativo che le valse grande notorietà.
Direttore dell’Istituto di Fisica nucleare di Padova, fu a capo, pure, del Dipartimento di Fisica dell’ateneo patavino. Laboratori stranieri – il Cern di Ginevra, quello degli acceleratori di Berkeley e di Argonne negli Stati Uniti – la videro costantemente impegnata. I prestigiosi istituti di ricerca di Mosca, di Aachen e delle università francesi la videro protagonista.
Intorno agli anni ’80, Milla Baldo Ceolin (così si era sempre firmata sia nei libri sia come studiosa) iniziò ad occuparsi dei neutrini. A Ginevra realizzò, assieme a studiosi europei, un esperimento dove, per la prima volta, si registrarono i processi di diffusione neutrino-elettrone. L’impresa, estremamente impegnativa, aprì la strada ad una serie di studi moderni sul fenomeno delle oscillazioni tra le differenti specie di neutrini: per questo fu premiata, per ben due volte, dalla Società Italiana di Fisica. Collaborò anche con Carlo Rubbia all’esperimento Icarus (“Imaging cosmic and rare underground signals”) entrato in funzione nel 2010 presso i laboratori nazionali del Gran Sasso con l’obiettivo di fare chiarezza sui problemi ancora irrisolti della fisica del neutrino.
Milla Baldo non si occupò solamente di fisica delle particelle: dedicò molta attenzione alla storia della scienza. Fu lei che, nel 1992, in un convegno mondiale a Padova, dimostrò che Galileo aveva ricostruito alcuni degli esperimenti sulle leggi del moto realizzati proprio nella città di Sant’Antonio quando il grande pisano era professore in quell’ateneo. L’originale rivisitazione galileiana altro non era che la normale conclusione della sua vita di studiosa per la quale l’attività sperimentale era la base imprescindibile per la dimostrazione delle teorie.
Milla Baldo fu membro effettivo dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Galileiana, dell’Istituto Veneto di Scienze lettere ed arti; fu onorata da una serie di premi nazionali ed internazionali.
Era una donna dolcissima, scalatrice dotata di montagne anche impervie. Rifiutò i corteggiamenti di qualche partito che avrebbe voluto candidarla e mise a disposizione la sua casa per salotti culturali dove arrivarono le personalità più illustri degli studi scientifici, ma anche letterari. A tale proposito, va ricordato, tra i tanti, il suo saggio L’unità del sapere (Padova 1998), in cui illustrò il ruolo importante dell’umanesimo nella formazione dello scienziato ribadendo la necessità di fare dialogare la cultura scientifica con quella umanistica.
Milla Baldo si spense a Padova il 25 novembre 2011. L’anno dopo, gli scienziati vollero onorarla con un convegno, tenuto nell’ateneo che era stato il suo luogo di ricerca, dal titolo Tribute to Milla and her legacy to Phisics.

Bibliografia: Una descrizione autobiografica dello sviluppo della sua carriera scientifica la fornì la stessa Massimilla Baldo Ceolin, The discrete charm of the nuclear emulsion, “Annual review of nuclear and particle science”, Berkeley, 2002, pp. 1-21; Giovanni Costa, Ricordo di Milla Baldo Ceolin (1924-2011), “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti”, CLXXI (2012-2013), pp. 155-167; si veda, anche, Giovanni Costa-Attilio Stella, Baldo, Massimilla, in Dizionario Biografico degli Italiani: Italiani della Repubblica, 2015, on-line; Maria Nicolaci, Milla Baldo Ceolin, Roma, L’asino d’oro edizioni, 2015.

Giancarlo Volpato

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