Etimologia 17 (toponomastica)

…a cura di Giovanni Rapelli

Etimologie

Per le tue domande scrivi a >>> info@giovannirapelli.it

Etimologia 17 (toponomastica)

   Stavolta affrontiamo il nome del nostro bel lago. Prima di tutto, vediamo come era detto nell’antichità: esso compariva al tempo di Roma come Benàcus, alterazione latina di un nome dato al lago dai Reti fondatori di Verona. Con ogni verosimiglianza i Reti lo chiamavano Penàke, parola di cui, purtroppo, non potremo forse mai sapere il significato. Comunque, noi dovremmo perdere la pessima abitudine di pronunciare Bénaco, come si sente comunemente a proposito di Torri del Bénaco… che è, o dovrebbe essere, Torri del Benàco!

   Premesso ciò, veniamo al nome popolare del nostro lago, Lago di Garda. È evidente che ci sia un collegamento col nome del paese collocato tra Bardolino e Punta San Vigilio: Garda, appunto. Ma perché proprio questo paese finí col dare il nome all’intero lago? Dobbiamo risalire al periodo centrale del Medioevo, quando la Marca di Verona entra a far parte del tesoro della corona del regno di Germania, retto da Ottone I°: siamo nel 962.

   Un gruppo di soldati tedeschi (è con la ripresa del Sacro Romano Impero di Ottone I° che dobbiamo chiamarli “tedeschi” e non piú “germanici”) viene mandato a presidiare il gioiello italiano di Ottone I°, ossia la Marca di Verona: la sua base viene stabilita sulla Rocca sovrastante Bardolino, che da allora riceverà il nome tedesco di Warda («punto di osservazione»). In quel tempo la parola è pronunciata dai tedeschi Uarda, e da noi viene presto mutata in Garda; questo nome, però, verrà assegnato dai nostri a quel gruppetto di abitanti della piccola baia sotto la Rocca, che formeranno poi un paesino detto appunto Garda.

   Un’altra, piccola curiosità: si è continuato anche oggi, in tedesco, quell’antico warda? Sí, nelle parole Warte «vedetta, guardia» e warten «aspettare». Non solo: sempre da warda deriva anche l’italiano guardare!

Giovanni Rapelli

↓