001 – DETTI, PROVERBI E AFORISMI Le dissacrazioni di Renzo Zerbato

…a cura di Graziano M. Cobelli

LAVAGNO (VR)

Carissimi/e Amici/che il 12 Novembre 2019, presso la Sala Civica di Vago di Lavagno (VR), nell’ambito dei Corsi dell’università del Tempo Libero, Elisa Zoppei, ha presentato questo Libro di Renzo Zerbato (la copertina ora è stata da me modificata aggiungendo una scritta), dove l’autore, prendendo in prestito tanti Detti, Proverbi ed Aforismi, della nostra tradizione veronese, veneta e non solo, si è preso la licenza di far loro il verso a modo suo, a volte, anche creando delle vignette, una vera e propria dissacrazione di qualcosa che noi, di altri tempi, abbiamo sempre conservato gelosamente come una reliquia e che forse, i giovani d’oggi, non si prenderanno sicuramente la briga, di tramandarli nemmeno oralmente ai posteri.
Quindi, io dico, per fortuna che in maniera originale o in una qualsiasi altra maniera, rimangono scritti, in modo di farli arrivare alle future generazioni, io, una volta ogni 3 settimana, ne pubblico qualcuno a vostro piacere.
Come prima puntata, vi lascio alla presentazione/prefazione del libro, come detto, creata da Elisa Zoppei.
Saluti e cordialità,

Graziano.

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Presentazione

Detti proverbi aforismi sono il sale della terra: condiscono la vita dell’uomo spesso in tono consolatorio, di arguzia e di sorriso. Ma lo mettono anche in guardia nelle faccende del vivere quotidiano, lo stimolano a diventare furbo, lo pongono davanti allo specchio delle sue debolezze, lo deridono quando sbaglia, lo aiutano a prendersi in giro. Provengono da comune sapienza ancestrale e, passati di generazione in generazione arrivano ai giorni nostri. Ce li troviamo in bocca senza sapere come e li usiamo a mo’ di pillole di saggezza popolare. Ce n’è per tutte le occasioni e le stagioni.

Fin che trovano qualcuno che, saltando via ogni riverenza alla tradizione, ci mette la pezzetta. Li ferma, li mette in controluce, e gli fa la radiografia, ne confuta la veridicità, snobilitandone la millenaria sacralità. E lo fa con l’estro di un Pierino d’altri tempi che ama rompere le uova nel paniere, tirare qualche sasso ai passanti, combinarne una peggio del diavolo.

Questo Pierino è Renzo Zerbato che oggi, dando retta a qualche diavoletto impertinente annidatosi tra i capelli del suo animo, fa una inversione di rotta su un consistente numero di tradizionali “semi di sapienza” (500 e rotti), disponendoli in ordine alfabetico, circostanziando con dovizia le autorevoli fonti storico culturali, per demolirne la sostanza e ridicolizzarne la consistenza. Lo fa senza salire in cattedra, usando il personale buon senso di un uomo che vuole dire la sua su come stanno le cose oggi a differenza di ieri.

Siamo nell’era cibernetica, con forti interferenze telematiche e, tante massime del buon tempo antico, (ma anche meno buono), hanno perduto storicamente ma anche umanamente la loro verità. Possiamo considerarle a guisa di metafora per tener viva la memoria di “ciò che eravamo”. Ad esempio il noto proverbio “Giugno la falce il pugno”. Oggi nessuno taglia più il frumento con la falce, oppure “A caval donato non si guarda in bocca” riporta a un passato di vita in cui il cavallo era simbolo di ricchezza, di sostegno quotidiano nel lavoro, nei trasporti, nelle battaglie in campo aperto ecc … Allora per valutare lo stato di salute di un cavallo prima di acquistarlo gli si controllava la dentatura. Quindi se era donato, andava comunque bene perché era un ambito oggetto di desiderio per fare bella figura in società, così come oggi lo è la Ferrari o l’ultimo modello di smartphone. Oggi si potrebbe dire che “a smartphone donato (ultimo modello, ovviamente) non si guarda in tasca”. Ed è questo che Zerbato ci fa osservare in tono canzonatorio e un tantinino dissacrante. È il suo modo di disambiguare le vecchie credenze, invitandoci a interpretarle come obsolete e ormai superate, tenendole però care alla memoria affettiva, ancora e sempre capaci di farci ricordare i passi che abbiamo fatto per arrivare fin qui.

E se “buon sangue non mente”, Renzo Zerbato il sangue ce lo rende ancora più buono, provocandoci qualche sana risata.

Elisa Zoppei

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