Cossé Laurence – “Au bon roman (La libreria del buon romanzo)”

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…a cura di Elisa Zoppei

Chi è Laurence Cossé.   

Laurence CossèÈ tempo d’estate, è tempo di vacanze: mare, montagna, lago o a bagno nelle verdazzurre acque della piscina più vicina a casa o sdraiati sotto un ombrellone. Che c’è di più bello per difendersi dall’affocata calura estiva di un tuffo, di una doccia fresca, di un buon bicchier d’acqua e menta e poi…..un libro, ripescato sopra una mensola di casa, o comprato nuovo nuovo nella libreria del Corso. Girare tra gli scaffali di una libreria è un piacere da non dimenticare, se qualche volta lo abbiamo provato. Quando prendi tra le mani un libro verso il quale ti senti attirato perché ha un titolo curioso, perché l’hanno presentato in TV lunedì scorso (ah, cara maestra Televisione), perché ha una copertina che ti intriga, come questo dove ai piedi di uno scaffale zeppo di libri, seduti per terra schiena contro schiena, si vedono un ragazzo e una ragazza immersi nella lettura, e così lo sfogli tentando di indovinare la storia, quasi lo annusi per sentire il profumo dell’inchiostro, l’odore il sapore delle parole, e poi lo leggiucchi qua e là facendole suonare dentro di te…

Basta, ormai è tuo, non puoi non portartelo via. Sarà il tuo compagno nella stanza rinfrescata dal ventilatore a soffitto o all’ombra di un pergolato e per qualche tempo condividerà con te le gioie dell’estate dovunque tu sia: al mare, ai monti, al lago e perché no? anche in città, dove la vita continua il suo tran tran da marciapiede nonostante il caldo. Insomma il titolo francese Au bon roman, preso alla lettera sembra invitare a una lettura piuttosto gustosa, visto che somiglia all’insegna di un ristorante. Se andiamo a vedete l’autore, incontriamo Laurence Cossè, una delle scrittrici francese più affermate e peperine che ha al suo attivo una dozzina di romanzi e racconti, per lo più pubblicati per le Edizioni Gallimard.

Autrice oltre che di romanzi di numerosi racconti e pièces teatrali, di successo ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e importanti premi letterari (Prix de la Table Ronde française, Prix du jury Jean Giono ecc…), È nata nel 1950 in Francia a Boulogne-Billancourt e vive a Parigi. È una donna di frontiera, pronta a battersi per sconfiggere il potere sotto qualsiasi forma si manifesti. Ha uno sguardo vivace, un nasino impertinente (alla francese, si sa) tante rughe minute e ridenti intorno agli occhi. Prima di darsi alla scrittura narrativa, ha svolto servizi interessanti come giornalista (Le Quotidien de Paris), e come critico letterario. Per Radio France si ricordano le sue interviste realizzate con Andreï Tarkovski, Jorge Luis Borges e Suzanne Lilar. Nelle sue storie, dall’intreccio originale e romantico, esplora e denuncia molteplici forme di potere che imperano nel mondo privato o in quello sociale e mediatico, fino ad analizzare in La libreria del buon romanzo l’onnipotente complesso culturalcommerciale che nella società moderna ha trasformato la demagogia culturale in sistema. Al di sopra di tutto le doti narrative dell’autrice incatenano il lettore alle pagine rendendolo co-protagonista della storia grazie alle sensazioni, negative o positive, che sa trasmettere, facendogliele sentire proprie. Viene da più parti dichiarato uno dei romanzi più piacevoli degli ultimi anni.

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Au bon Roman“Au bon roman (La libreria del buon romanzo)” di Laurence Cossé:
Brevi note riassuntive e qualche riflessione
Francesca Aldo Valbelli, una ricchissima e colta signora dell’altra borghesia parigina ha un sogno: creare Au bon roman, una avveniristica libreria dove raccogliere i grandi romanzi di tutti i tempi e di tutti i paesi del mondo. È un progetto ambizioso, ma non impossibile: ci riesce grazie alla collaborazione di Ivan George un libraio povero, ma appassionato del suo mestiere con uno spiccato fiuto per i buoni libri. Attraverso la costituzione di un comitato segreto composto dai più grandi romanzieri sparsi ai quattro angoli della terra, che, all’insaputa l’uno dell’altro, hanno il compito di selezionare i titoli dei romanzi più belli da offrire al pubblico, la libreria nasce e fiorisce, battezzata da un grande successo. Però proprio questo successo inquina i rapporti e scatena una serie di critiche che distruggono la sua reputazione e creano serie difficoltà. Non tardano ad arrivare concrete minacce fino a mettere a rischio la vita stessa dei romanzieri con attacchi fisici e personali alla loro incolumità. Ivan George, chiamato anche confidenzialmente Van, e Francesca sono costretti a rivolgersi alla polizia: il romanzo si regge prevalentemente sul racconto degli accadimenti inspiegabili che Van e Francesca fanno via via al poliziotto/lettore Heffner, assumendo le fosche tinte del giallo. Dovrà accadere qualcosa di drammatico per far luce sulla vicenda, e far sì che la libreria possa sopravvivere e continuare la sua missione di diffusore di buone letture, più modestamente, ma con serenità.

Di racconto in racconto, puntualizzate da un vivacissimo dialogare a volte piccante e tenero insieme, si sgrovigliano le sorti della libreria, luogo ideale di incontri materiali e spirituali, fucina i eletti pensieri, ma anche crogiolo di basse competizioni e invidie che attentano all’integrità delle persone e minano la sincerità dell’amicizia. Un’amicizia straordinaria quella di Van e Francesca, temprata giorno dopo giorno da quelle affinità elettive di estrazione goethiana, che permettono ai due di amarsi idealmente al di là dei contrasti e delle diversità, e di penetrarsi senza mai toccarsi, di fondersi nella medesima storia, sostenuti dalla stessa tensione progettuale di dare al mondo una libreria controcorrente: una libreria libera dai gioghi delle leggi di mercato, dominate da personaggi economicamente potenti, che ricavano la loro ricchezza dalla mediocrità del sistema puntando su libri creati ad hoc secondo il gusto comune e la tendenza generale del momento, per essere venduti il più possibile. Essi vogliono creare una libreria di valore, dove la gente possa trovare un luogo accogliente e di fiducia, dove potersi confrontare sulle idee e non sulle cose. Accomunati da uno stesso amore per i libri, per chi li scrive e per chi li legge, la mettono in piedi la fanno funzionare senza badare a spese. Ecco il tallone di Achille, pardon del libro, che non fa i conti con la realtà esce dai suoi binari, sfiorando la fantascienza. Ma mentre l’autrice non perde l’occasione per parlarci di libri, parlando ai lettori e dei lettori con la passione di chi conosce e vive la mistica della letteratura, il suo valore nascosto, noi ci premettiamo di sognare e di sperare che anche le nostre belle coraggiose librerie, possano sempre più numerose mischiare il profumo dei libri con quello del caffè offerto agli avventori/lettori sparpagliati fra scaffali poltroncine e divanetti.

C’è qui vicino a casa mia una piccola libreria situata lungo la rumorosa strada provinciale, che nonostante difficoltà di carattere economico e logistico porta una ventata di novità in questa estate rovente: sfrutta il giardinetto attiguo per incontri serali con libri, autori e lettori: qui al chiaro di luna nella semplicità di una cornice improvvisata da un gazebo, qualche sedia disposta a semicerchio, intorno lumi di citronelle accese e una bibita fresca, si aprono i libri, si leggono e si parla insieme, godendo il fresco della sera portato da un gentile venticello mosso dai rami di un albero antico. I rumori della strada si allontanano coperti dalle voci di chi legge o racconta. Laurence Cossè sarebbe felice di esserci.

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