Etimologia 27 (toponomastica)

…a cura di Giovanni Rapelliet Per le tue domande scrivi a >>> info@giovannirapelli.it

Etimologia 27 (toponomastica) 

   Diverse località della nostra provincia contengono all’inizio la parola ca’, e varrà la pena di soffermarsi un po’ su questo termine. Toponimi di questo tipo sono per esempio Camacici, Ca’ di David, Ca’ degli Oppi, Cadalora, Ca’ Bertacchina.

   In molti casi si tratta di una semplice casa, contratta in ca’ per comodità di pronuncia (contrazione che ritroviamo anche in certe espressioni dialettali della Bassa, come in nén a ca’? «andiamo a casa?»). Nel Medioevo, però, con ca’ — che era pur sempre contrazione di casa — si definiva un edificio in muratura in contrapposizione ai piú diffusi edifici in legno. Chiaramente, queste ca’ erano espressioni di un ceto piú elevato, di gente benestante.

   Cosí, Camacici è una «casa Massizzi» (della famiglia Massizzi); Ca’ di David, nella pronuncia locale Cadidài, è una «casa dei Davi» (della fam. Davi); Ca’ degli Oppi è una «casa degli aceri campestri»; Cadalóra è una «casa della meridiana» (che indica le “ore”); Ca’ Bertacchina è una «casa della fam. Bertacchini». Si noti in Ca’ di David — spesso scritto anche Cadidavid — la preposizione “di”: non è una preposizione semplice come sembrerebbe, ma articolata. Infatti, quel “di” non è altro che il veronese d’i «dei, degli»…

   Una contrada di Villafranca è Le Chè, scritta talvolta anche come Lechè e Lecchè. Qui abbiamo semplicemente il plurale di ca’, perché sembra che in origine la contrada consistesse di due case. Ritroviamo questa curiosa forma di plurale anche in i bupè «i papà», i merchè «i mercati», i malè «i malati», i piati sbechè «i piatti sbreccati»…

Giovanni Rapelli

↓